(scritto per OnuItalia)
Il Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, ha riferito al Consiglio di Sicurezza sugli ultimi sviluppi della crisi libica, evidenziando la progressiva devastazione del paese che è entrato in una spirale distruttiva alimentata da ambizioni personali, dalla persistente rapina della ricchezza nazionale e dalla diffusione del crimine.
Le istituzioni, a partire dalla camera dei rappresentanti, non sono riuscite a fare passi avanti, dimostrando incapacità e perdendo la fiducia dei cittadini. L’80% dei libici insistono perché ci siano elezioni subito, ha affermato Salamé. Il tempo è venuto per dare spazio e voce ad un ampio gruppo rappresentativo di libici che vogliono uscire dall’impasse attraverso un percorso trasparente, con calendario e scadenze chiari.
“Occorre dare ascolto ai libici. L’unica soluzione è una conferenza nazionale all’inizio del 2019, fatta dai libici per i libici, con l’obiettivo di avviare il processo elettorale per chiuderlo entro la primavera dello stesso anno”, lavorando per l’unità e per mettere fine ai conflitti interni e alla criminalità diffusa. Tale conferenza non sostituirà gli organi istituzionali esistenti ma rappresenterà il cammino nuovo che verrà sancito con le elezioni. Il supporto unitario della comunità internazionale sarà cruciale, tanto quanto l’azione unitaria dei libici.
La determinazione di Salamé è confortata anche dagli esiti delle consultazioni tenute tra aprile e luglio con tutti i settori della società civile in quasi 50 località di tutta la Libia e con i gruppi della diaspora residenti all’estero, coinvolgendo oltre 7.000 libici, mentre milioni di altri hanno seguito il processo attraverso i social o i media tradizionali.
L’imminente conferenza di Palermo sulla Libia, nel solco delle Nazioni Unite, ha quindi un percorso chiaro.