Il Quaderno allegato in calce riassume i primi anni dell’ISCOS, Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo, che ho diretto dal 1983 fino alla nascita di INTERSOS nel 1992.
Il sindacato è nato da una spinta di solidarietà a tutela degli interessi e dei diritti dei lavoratori, con attenzione particolare ai più deboli, basata sui valori della giustizia, dell’uguaglianza, della dignità di ogni persona. Non avrebbe alcun senso altrimenti.
E’ negli anni ’80 che il sindacato italiano decide di agire a livello internazionale anche collaborando in modo diretto con partner sindacali, prevalentemente africani e latino-americani, nella realizzazione di concreti programmi di formazione e di sviluppo. Per la CISL è stata una decisone assunta all’unanimità sia dall’Assemblea dei Quadri del gennaio 1980, sia dall’ IX Congresso confederale dell’ottobre 1981.
Al rapporto politico-solidaristico la CISL, come anche CGIL e UIL, hanno voluto aggiungere un’azione di stretta e fraterna collaborazione con organizzazioni sindacali degli altri continenti finalizzata allo sviluppo. Non si è trattato di un optional, di qualcosa di accessorio, ma di un’esigenza di coerenza e di fedeltà ai valori che ispirano l’azione sindacale, di fronte ad una situazione internazionale e ad un ‘ordine’ mondiale che i “tre decenni per lo sviluppo” delle Nazioni Unite hanno reso sempre più ingiusti e più punitivi per i paesi del Sud del mondo.
Erano anche gli anni in cui il sindacato aveva preso piena coscienza dell’entità e della crescita tendenziale dell’immigrazione dal terzo mondo e rivendicava, insieme ad un equilibrato e dignitoso accoglimento, un maggior impegno internazionale per intervenire sulle cause, cioè sullo sviluppo dignitoso e diffuso dei paesi di provenienza.
Tre sono stati i grandi filoni di attività dell’ISCOS:
- coinvolgimento dei lavoratori e delle strutture sindacali territoriali e di categoria,
- informazione, educazione e diffusione di una cultura di solidarietà,
- realizzazione di programmi di sviluppo insieme ai partner locali.
Il Quaderno cerca di rispondere alla domanda che spesso ci viene rivolta: “ma concretamente voi che fate?”
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