Al Palazzo di Vetro dell’ONU.
Seguo, come osservatore, fora governativi, conferenze, eventi, dibattiti all’ONU a New York, in particolare all’ECOSOC, Consiglio Economico e sociale (dato lo status consultivo di Intersos), ma anche all’Assemblea Generale, qualche volta al Consiglio di Sicurezza.
Talvolta ne esco arricchito da analisi e approfondimenti che mi aiutano nella riflessione sulle tematiche che quotidianamente più mi interessano e preoccupano. Talvolta ne esco annoiato a causa del routinario svolgimento di dibattiti formali, con interventi spesso ripetitivi, anche da un anno all’altro. Sempre, comunque, con qualcosa in più, fosse anche solo una mezza idea o la comprensione di sfumature politiche di rilievo a cui non avevo mai prestato attenzione.
Pur consapevole dei suoi limiti, non sono tra quelli che ritengono superata questa istituzione mondiale che ha avuto – è innegabile – grandissimi meriti ma che in parte ha perso il valore di un tempo, perché gli Stati, in particolare “quelli che contano” gliel’hanno progressivamente tolto.
Penso che si debbano trovare forme diverse di consultazione e dibattito, facilitate oggi da mezzi di comunicazione fino a ieri inimmaginabili. Che potrebbero essere più rapide, ugualmente efficaci, coinvolgenti, meno costose, e potrebbero dare maggiore spazio e peso alle organizzazioni della società civile oltre che ai rappresentanti dei governi.
Non si potrà però mai, a mio avviso, prescindere dalla presenza fisica, qui nella sede di New York, come in quella di Ginevra e nelle altre delle Nazioni Unite nel mondo (dove 193 nazioni, governi, istituzioni, organizzazioni differenti e talvolta contrapposte possono vedersi, parlarsi, ascoltarsi, confrontarsi) in merito alle tante questioni che richiedono indirizzi e decisioni comuni riguardo al destino presente e futuro della nostra umanità. Che è sempre più collegata, più consapevole, ma anche sempre molto divisa, con le sue difficoltà, i suoi conflitti, i suoi egoismi, le sue permanenti ingiustizie e disuguaglianze, la sua incapacità di prevenire i conflitti, la sua insensatezza in merito all’uso delle risorse ed alla difesa e conservazione del creato…
Il servizio che segue è stato realizzato per RAI TG2 (Costume e Società, 17.04.1919) da Dario Laruffa, con una guida d’eccezione, l’ambasciatrice Mariangela Zappia, rappresentante permanente dell’Italia presso l’ONU.