logo
ONG
03 Dic 2023

23 NOVEMBRE 1983 – 23 NOVEMBRE 2023 QUARANTA ANNI DELL’ ISCOS

Lo scorso 24 novembre sono stati celebrati i 40 anni dell’ISCOS-CISL, Istituto sindacale per la cooperazione con i paesi in sviluppo, presso l’Auditorium ‘Donat Cattin’ in Via Rieti a Roma.  Di seguito, il mio intervento sulla nascita e i primi anni dell’ISCOS.

 

Atto costitutivo dell’ISCOS

“L’anno 1983, il giorno 23 del mese di novembre, in Roma, via Po 21.  Dinanzi a me dottor Luigi Napoleone, notaio in Roma …

Sono presenti i signori: Pietro Secondo Carniti, … nella sua qualità di segretario generale della Cisl, Confederazione italiana sindacati lavoratori …; Sante Bianchini, … nella sua qualità di segretario confederale della Cisl, suddetta; Mario Colombo, … nella sua qualità di segretario confederale della Cisl, suddetta; Emilio Gabaglio, … nella sua qualità di segretario confederale della Cisl, suddetta; Franco Marini, … nella sua qualità di segretario generale aggiunto della Cisl, suddetta; Pietro Merli Brandini, … nella sua qualità di segretario confederale della Cisl, suddetta; tutti domiciliati per la carica in Roma, via Po n. 21; Antonio Sergi, … dirigente.

Detti comparenti … con il presente atto convengono e stipulano quanto segue.

   Articolo 1. È costituito tra i signori … …, come indicato in comparizione, l’ISCOS – Istituto sindacale per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo, con sede in Roma, attualmente in via Po 21.

   Articolo 2. L’associazione, non avente scopo di lucro, si propone di sviluppare e rafforzare la solidarietà e i legami tra i popoli e, in particolare, tra le organizzazioni sindacali italiane e quelle dei paesi in via di sviluppo; di favorire il progresso economico, sociale, tecnico e culturale dei lavoratori; di contribuire alla nascita e alla crescita del movimento sindacale.” … …

Una realtà dell’intera Cisl

I più alti livelli della Cisl stavano rendendo concreta la volontà espressa all’unanimità dall’Assemblea dei Quadri nel gennaio 1980 e dal IX Congresso nell’ottobre 1981. L’Iscos nasce come strumento della politica e dell’azione internazionale della Cisl, strettamente collegato al Dipartimento internazionale e, per tutti i primi quattro anni, con la presidenza del segretario generale, Pierre Carniti, e la vicepresidenza di Pietro Merli Brandini, segretario confederale. Ho mantenuto la direzione dell’Istituto fino alla nascita di Intersos nel 1992.

Il Dipartimento internazionale permetteva e facilitava le relazioni con le Confederazioni sindacali internazionali, Icftu, Ces, Organizzazioni regionali americana e africana, e con i sindacati dei lavoratori di singoli paesi nei vari continenti. La Segreteria confederale garantiva e favoriva la presenza e l’impegno delle Federazioni di categoria e delle Unioni regionali.

Il coinvolgimento delle strutture di categoria e regionali ha preso tempo, tanto che la prima assemblea dei soci dell’Iscos si è tenuta il 12 settembre 1984, dieci mesi dopo la sua costituzione. Dopo di che, i primi 10 anni hanno avuto un grande impulso, graduale ma in continuo ampliamento, grazie anche al convinto sostegno di varie strutture della Cisl. I membri del Consiglio dell’Iscos erano quasi tutti anche membri del Consiglio generale confederale.

Ciò non ha impedito all’Iscos di godere di un’autonomia piena nelle scelte operative, nel proprio sistema organizzativo, nella definizione e gestione dei progetti, nelle modalità delle relazioni internazionali di partenariato con i sindacati e gli altri soggetti da loro indicati per la realizzazione delle attività.

Una spinta nata dal basso

L’Iscos è nato per decisione confederale ma ciò che ha contribuito alla chiarezza della sua costituzione è stata una forte spinta dal basso.  (1) In Lombardia era nata alla fine degli anni ’60 l’Acra, associazione di cooperazione rurale in Africa su iniziativa di alcuni dirigenti Cisl, quali Luigia Alberti, Giovanna Bramante, Gigi Perego, Mario Colombo, e di alcuni padri gesuiti impegnati in Ciad, tra i paesi più poveri dell’Africa e il più lontano da sbocchi al mare.  (2) Alla fine degli ani ’70, su iniziativa della Cisl milanese guidata da Sandro Antoniazzi sono state realizzate missioni unitarie (erano i tempi della Federazione unitaria Cgil, Cisl, Uil) in Somalia, Eritrea, Mozambico. Ognuno a proprie spese e in periodi di ferie. Quella in Mozambico (1978), paese indipendente da solo quattro anni, dopo un decennio di scontri armati per la propria liberazione dal Portogallo che l’ha lasciato distrutto e estremamente povero, ha portato a stabilire stretti legami con l’organizzazione dei lavoratori mozambicani, interessando inizialmente le organizzazioni sindacali lombarde e la Federazione dei lavoratori metalmeccanici.

Una priorità era la formazione professionale e pronta è stata la risposta. Nel 1979 un gruppo di giovani mozambicani è stato ospitato dai sindacati di Milano, Brescia, La Spezia e Genova per formarsi nel settore edile, meccanico, siderurgico, cantieristico navale. Ma presto, con la visita in Italia del segretario generale Augusto Macamo, si è deciso di avviare progetti di formazione direttamente in Mozambico, coinvolgendo il livello sindacale nazionale di Cgil, Cisl, Uil.

Dalla Cisl di Lecco è partita la prima iniziativa, un Centro di formazione professionale a Maputo, grazie alle competenze del Flesip diretto da Domenico Amigoni della Cisl e gestito unitariamente da Cgil, Cisl e Acli di Lecco. Per potere avere un finanziamento della Commissione europea una Ong milanese già presente in Mozambico ha presentato il progetto, che è potuto iniziare nel 1983 prima della costituzione dell’Iscos.[i]

La costituzione dell’ISCOS

Tra il 1982 e il 1983, dopo attente riflessioni, abbiamo assunto la decisione di far nascere tre istituti sindacali di cooperazione internazionale e non uno solo unitario: abbiamo infatti ritenuto che una sana concorrenza ci avrebbe aiutato a dare ciascuno il meglio e il maggiore impegno. È stata la scelta giusta. Iscos nel 1983, Progetto Sud- Uil e Progetto Sviluppo-Cgil nel 1984.

Qualche nome va oggi ricordato, per il fondamentale apporto in competenza e dedizione fornito all’Iscos. In particolare alcune tra le persone che non possono testimoniare perché ci hanno lasciato:

Eugenio Susani, il primo operatore, con grandi capacità di analisi, di relazione e progettuali.[ii] Ha contribuito allo slancio iniziale dell’Iscos per poi far nascere il Comitato Iscos Lombardia, la cui responsabilità è stata assunta in seguito da Domenico Amigoni[iii]. Ha elaborato e coordinato con Madia Diop, segretario generale della Cnts del Senegal e Bakary Karambé, segretario generale dell’Untm del Mali tutte le attività di sviluppo cooperativo nella panificazione, l’essicazione del pesce, la conservazione e commercializzazione della frutta tropicale. Saluto sua moglie Liviana che oggi è qui con noi.

Ferruccio Stella, l’operatore competente, attivo e gentile, come l’ho definito al suo funerale pochi mesi fa, capace di farsi sempre voler bene e che ricorderemo oggi, che ha affiancato Eugenio e poi l’ha sostituito. La pubblicazione distribuita dall’Iscos-Lazio “Ferruccio Stella, una vita da testimone della solidarietà” raccoglie testimonianze preziose e tutte da leggere.

Mario Sepi, che mi è succeduto nella direzione dell’Iscos, già responsabile internazionale della Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici e segretario nazionale Fim, esperto di politica internazionale e riconversione industriale, in particolare della difesa con grande conoscenza delle dinamiche internazionali relative allo sviluppo.[iv]

Pietro Merli Brandini, presidente dopo Carniti, che ci ha fatto capire le connessioni nazionali e internazionali tra economia, società, diritti, mondo del lavoro e rappresentanza sindacale.

Enrico Giusti, sacerdote, sindacalista, fondatore del Comitato Iscos Emilia-Romagna, persona tenace e coraggiosa, capace di mobilitare l’attenzione di istituzioni e società civile a favore degli emarginati, innamorato del Brasile e della Cut brasiliana e legato da amicizia col suo segretario generale Luis Ignacio da Silva “Lula”.

Vincenzo Burnelli, direttore del Comitato Iscos Veneto, molto impegnato particolarmente in Mozambico e Brasile.

Tarcisio Benedetti, realizzatore del centro grafico “Alborada” a Santiago del Cile dove, nell’ultima fase della dittatura di Pinochet, è stata pubblicata tutta la stampa quotidiana e periodica dei partiti dell’opposizione democratica e la comunicazione sindacale.[v]

A loro, che forse continuano ad assisterci, un ricordo riconoscente.

Voglio poi ricordare Franco Bentivogli, il terzo presidente, già segretario generale Fim e segretario nazionale confederale, carico di passione vissuta e comunicata. E almeno alcuni tra i responsabili di attività nella squadra Iscos in quegli anni, in rappresentanza di tutti e tutte: Paola Florà, Franco Patrignani, Lidia Miani, Beppe Iuliano, Bice Lanza, Leo Paradiso, Romano Angeli, Luigi Tavazza.

La squadra e l’intreccio di competenze e saperi

Il legame col Dipartimento internazionale e il segretario confederale competente per le relazioni internazionali si è concretizzato con vere amicizie di lavoro con Emilio Gabaglio, maestro di tutti noi, segretario confederale divenuto poi segretario generale della Ces, Angelo Gennari e Luigi Cal che ci hanno entrambi prematuramente lasciati, Antonio Miniutti, Giacomina Cassina. Beppe Iuliano passerà dall’Iscos al Dipartimento qualche anno dopo. Nella Fim, ancor prima della costituzione dell’Iscos, sono stati fondamentali il sostegno, l’entusiasmo, la visione di Alberto Tridente, attivo responsabile internazionale e segretario della Flm. Gianni Alioti percorrerà le stesse tracce anni dopo.

I progetti dei primi dieci anni sono stati molti e molto significativi per la loro importanza ed efficacia, in Africa e America latina in particolare. Non posso illustrarli ora: prenderebbe tutta la giornata. Lascio però un quaderno del 1992 “Sindacato e cooperazione internazionale. L’esperienza della Cisl” che li riassume e li inquadra nel contesto politico e sindacale dei vari paesi e indica le principali strutture Cisl, regionali, di categoria ed enti, che hanno avuto parte attiva nella loro realizzazione.[vi]

L’allora quotidiano cartaceo Conquiste del Lavoro ha pubblicato varie nostre pagine, che Ivo Camerini ha raccolto con altra documentazione Iscos nell’Archivio Storico Nazionale Cisl, tuttora consultabili.

Varie le pubblicazioni dell’Iscos in Edizioni Lavoro:

  • Una collana di saggi con titoli sullo sviluppo, il rapporto Cee-Acp, il debito dei paesi poveri, l’etica dello sviluppo, l’immigrazione, l’islam europeo, il nesso democrazia e sviluppo, alcune significative esperienze dell’Iscos;
  • Una collana di letteratura africana (Il lato dell’ombra) per aprire alla cultura e società di quel continente;
  • Tre riviste: “Africa e Mediterraneo”; “L’Europa ritrovata” (dopo il crollo del muro di Berlino), con lo sguardo ai paesi dell’Est; “Andes”, di politica e cultura sull’America Latina.

Altre sono state pubblicate presso altri editori:

  • Saggi sulla cooperazione italiana e il relativo sistema legislativo, gli aiuti alimentari, l’autoritarismo in Cile, il coordinamento dei paesi dell’Africa australe;
  • Il quadrimestrale “Debate Laboral”, sul diritto del lavoro, stampato in lingua spagnola e stampato a S. José di Costarica;
  • Sindicalismo y Democracia”, semestrale Iscos-Clacso, Consiglio latino americano di scienze sociali, a Santiago del Cile.
  • I tre volumi, pubblicati anch’essi da Iscos e Clacso tra il 1991 e il 1992: “Sindicatos y transicion democratica”, “Negociacion colectiva y sindicatos”, “En defensa del trabajo” (quest’ultimo illustra l’esperienza della Cisl italiana).

Alberto Cuevas è stato il principale riferimento culturale per adeguare le nostre conoscenze, analisi e proposte alla complessità delle realtà latino-americane e per la produzione delle pubblicazioni relative all’America Latina. Nell’insieme, la produzione di libri e riviste ha permesso all’Iscos di stabilire un fruttuoso e costante contatto con esperti, docenti, giornalisti, ricercatori, sia interni che esterni alle organizzazioni sindacali.

Tre considerazioni finali

Le due dimensioni dell’Iscos, nazionale e regionale, sono state fondamentali per la sua crescita nel tessuto dell’intera Cisl. Hanno però potuto esserlo grazie al forte coordinamento e indirizzo nazionale, intrecciato con le politiche internazionali, confederali e delle federazioni di categoria. Nessun Comitato si è mai considerato autonomo rispetto a questa esigenza di coordinamento dell’Iscos nazionale, che ha prodotto forza e peso all’azione internazionale e di cooperazione della Cisl e alle relazioni istituzionali sia a livello nazionale (con un consolidato dialogo paritario con il Ministero degli esteri) che europeo e internazionale.

  1. Cisl e dimensione internazionale

Prima evidenziavo che la Cisl degli anni ’80 ha vissuto la dimensione internazionale e i relativi rapporti sindacali e di solidarietà come una delle priorità del suo pensiero e della sua azione. Si tratta di una priorità che, ben più di allora, dovrebbe essere assunta oggi, di fronte all’attuale ‘disordine’ mondiale, con le instabili e confuse relazioni internazionali, le divisioni e contrapposizioni che rendono precari i processi di pace, di convivenza, di sviluppo sostenibile e rispettoso di ogni essere umano, indebolendo ulteriormente le istituzioni globali e riproducendo disparità e ingiustizie che non trovano adeguato ascolto e aprono la strada a regimi populisti e autoritari. Il successo dell’Iscos nella sua prima fase è stato possibile grazie a questo interesse e al convinto coinvolgimento della segreteria confederale, delle federazioni e delle unioni regionali. Anche la spinta unitaria di allora, finché è durata, ha rappresentato – pur nel riconoscimento delle diversità, senza pretese di egemonia –  una positività per l’Iscos.

Sono ormai esterno alla vita quotidiana della Cisl ma è sembrato incomprensibile che nel nuovo secolo la segreteria confederale si sia progressivamente chiusa alla dimensione internazionale, mentre occorreva aprirsi ad essa, proprio perché ogni tema, problema e disegno, anche interno, è sempre più collegato a tale dimensione, spesso da essa influenzato, condizionato, talvolta generato.

2. Maggiore unità per maggiori e migliori risultati

La regionalizzazione dell’Iscos è fondamentale. Fin dall’inizio si è cercato di coinvolgere i territori. Senza mai perdere però la capacità di coordinamento e di indirizzo nazionale, intrecciato alle politiche internazionali confederali e delle federazioni di categoria. Iscos regionali, anche dinamici, ma senza un forte riferimento nazionale e un convinto impulso confederale sono altra cosa rispetto a quanto voluto e vissuto dalla Cisl che ha costituito l’Iscos come strumento attivo e operativo della propria vitale visione dei rapporti sindacali e di solidarietà internazionali.

Inoltre, come ‘organizzazione della società civile’ per la cooperazione e la solidarietà internazionale, l’Iscos, con la credibilità di ente della Cisl, potrebbe contribuire al cammino unitario dello spezzettato mondo delle Ong e altri soggetti non profit di cooperazione internazionale di cui c’è estremo bisogno, pur nel rispetto delle diversità di ciascun raggruppamento. Una maggiore unità qualificherebbe e rafforzerebbe positivamente l’immagine solidaristica di questo mondo e la sua forza propositiva di fronte alle istituzioni e la politica.

3. Conoscere e capire le ragioni altrui

Uno dei principi dell’Iscos, fin dall’inizio, è stato quelle di “conoscere e capire le ragioni dell’altro”, rendendoci conto che spesso non sono banali e possono aiutare a capire i contesti e le migliori scelte operative; chiedendo all’altro di vivere lo stesso principio nei nostri confronti. Ci è parsa la migliore via per stabilire preziosi canali di dialogo e di collaborazione. E così è realmente stato nei nostri partenariati di cooperazione internazionale. Anche nel rapporto con le istituzioni pubbliche e la politica si è dimostrato un principio valido, che ha spesso facilitato il dialogo, l’approfondimento e il reciproco affinamento delle posizioni, facilitando l’accoglimento di molte delle nostre proposte.

Quarant’anni di ISCOS sono una tappa importante. Sono felice di essere con voi oggi e vi ringrazio dell’invito. A te Vincenzo Russo i migliori auguri per rafforzare e avviare l’Iscos verso i prossimi quarant’anni.

_______________

[i] “La Cisl e il Sud del mondo” rimane oggi la più dettagliata e precisa ricerca sulle politiche di solidarietà sindacale internazionale della Cisl e sull’esperienza dell’Iscos, dagli anni ’50 ai ’90 del secolo scorso. Matteo Amigoni, La Cisl e il sud del mondo. L’Iscos nella Cisl: alle origini della cooperazione allo sviluppo, Edizioni Lavoro, 2003.

[ii] Puntuali i due libri di Eugenio Susani. “L’albero di mille anni”, Iscos – Phoenix Ed., 1996, in cui viene descritto l’intervento dell’Iscos in Mali, inquadrato nel contesto più ampio, economico e sociale, africano e dei partenariati sindacali; “All’ombra del baobab”, Dalla Costa, 2013, nel quale sono raccolti dettagliati racconti delle sue esperienze africane dal 1966 al 1969 come volontario in Sierra Leone e dal 1982 al 1994 come dirigente dell’Iscos.

[iii] Domenico Amigoni ha pubblicato: “Storie di cooperazione. Esperienze di un operatore dello sviluppo”, Edizioni Lavoro 2001, memorie di incontri, interviste, paesaggi delle dodici città dove si è spesso recato per realizzare programmi di sviluppo, in Mozambico, Ecuador, Brasile, Ghana, Albania, Bosnia. “Sulle strade di El Salvador. Cronache di cooperazione allo sviluppo”, BiblioLavoro, 2008, in cui racconta la sua esperienza nella gestione dei progetti in quel paese. “Solidarietà Internazionale a Lecco per il Mozambico”, FNP Monza Brianza Lecco, 2015, scritto con Rachele Pennati: corredato anche da un dvd, raccoglie le interviste dei cooperanti di Lecco che partecipano tra il 1983 e il 1992 alla realizzazione della Scuola di Formazione Professionale a Maputo. Le attività di cooperazione del Comitato Iscos-Lombardia negli anni ’80, a partire dalla Cisl di lecco, sono descritte da Gerolamo Fazzini in “Protagonisti dello sviluppo”, Edizioni Lavoro, 1990.

[iv] Mario Sepi è stato in seguito al Comitato Economico e Sociale Europeo, divenendone presidente nel 2008 (https://urly.it/3yvas).

[v] Prima della sua improvvisa scomparsa, Tarcisio aveva scritto le sue memorie che in larga parte ricordano questa ricca esperienza dell’Iscos in Cile. Il suo lavoro e le sue competenze sono state determinanti. “Alborada, La tipografia della libertà”, Edizioni Lavoro, 2021.

[vi] Il Quaderno “Sindacato e cooperazione internazionale. L’esperienza della Cisl”, del Settembre 1992, può essere letto in https://www.nino-sergi.it/cooperazione/iscos-cisl-sindacato-cooperazione-internazionale/.

Nino Sergi

Nino (Antonio Giuseppe) SERGI. Presidente emerito di Intersos, che ha fondato nel 1992 e di cui è stato segretario generale e presidente. In precedenza, dal 1983 fondatore e direttore dell’Iscos-Cisl, istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo. Nel 1979 direttore del Cesil, centro solidarietà internazionale lavoratori, fondato con le comunità di immigrati a Milano. Operaio e sindacalista. Tra gli anni '60 e '70 formatore in Ciad. Studi di filosofia in Italia e di teologia in Francia.
Onorificenze: Commendatore, Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 Dicembre 2022).
(Gli articoli di questo blog esprimono sia posizioni personali che collettive istituzionali i cui testi ho scritto o ho contribuito a scrivere. Possono essere liberamente ripresi)