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ONG
05 Ago 2017

LETTERA APERTA AL MINISTRO MINNITI sul Codice di condotta e le Ong nel Mediterraneo.

5 agosto 2017.

Caro ministro Marco Minniti,

Venticinque anni fa, con persone impegnate nel sociale solidaristico in Italia e all’estero e nel sindacalismo confederale, ho fondato un’organizzazione umanitaria: Intersos. Se all’inizio ci spingeva solo il dovere di intervenire per salvare vite umane, proteggerle in situazioni di fame, guerra, disperazione, ho presto capito che il semplice ‘fare del bene’ non poteva bastare. Occorreva farlo seguendo precisi principi, per avere la garanzia di riuscire a farlo in modo corretto, senza subire strumentalizzazioni o subalternità ad altri fini e per mostrare alle centinaia di migliaia di persone in pericolo di agire solo per loro e con loro, indipendentemente da razza, religione, appartenenza politica e da mutevoli opzioni politiche governative.

Oltre al principio di umanità e alle necessarie capacità occorreva cioè agire seguendo i principi di indipendenza, imparzialità, neutralità. In Intersos l’abbiamo imparato non leggendo la storia della Croce Rossa ma seguendo un’esigenza divenuta gradualmente evidente e tassativa se volevamo continuare ad essere umanitari nell’esprimere il nostro dovere di solidarietà.

Quando Medici senza Frontiere, Sos Méditerranée ed altre Ong mostrano difficoltà a firmare l’intero testo del Codice di Condotta penso che esprimano proprio questo, che è l’anima di ciò che vogliamo vivere ed esprimere. Mi rendo conto come sia difficile per soggetti esterni capire questa perentoria esigenza ma se non si parte da essa non può esserci quel dialogo rispettoso con le istituzioni, che ho personalmente sempre ritenuto prezioso e che ha arricchito le rispettive analisi e riflessioni, anche nei momenti di disaccordo. E’ il riconoscimento e il rispetto delle differenti specificità che l’ha permesso, signor ministro.

Sono in fondo principi che anche l’Ue ha continuamente sancito per le attività umanitarie da essa finanziate e per garantire l’indipendenza dello spazio umanitario, nel Regolamento specifico, nel Consenso europeo, nel mandato della Dg Echo, e che il governo italiano ha pienamente recepito, perfino con atti formalizzati dal Consiglio dei ministri.

Non ci dovrebbero essere quindi difficoltà a completare il Codice evidenziando in modo chiaro i principi umanitari di indipendenza, imparzialità, neutralità come riferimento di quelle regole che, d’altro canto, le Ong ritengono, come lei, utili come strumento di regolamentazione, coordinamento e qualificazione delle attività di soccorso in mare.

Sono convinto che lei potrebbe mostrare il suo pieno accordo, se solo riuscisse a dedicare un momento di attenzione aprendo quel dialogo diretto con le Ong che finora non c’è stato, probabilmente a causa delle molte e gravose incombenze e del suo impegno che, in questa fase, implica spesso funzioni di coordinamento ben più ampie di quelle del suo ministero. Me lo auguro, signor ministro, quanto prima.

Cordialmente,

Nino Sergi, presidente emerito di Intersos

 

Nino Sergi

Nino (Antonio Giuseppe) SERGI. Presidente emerito di Intersos, che ha fondato nel 1992 e di cui è stato segretario generale e presidente. In precedenza, dal 1983 fondatore e direttore dell’Iscos-Cisl, istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo. Nel 1979 direttore del Cesil, centro solidarietà internazionale lavoratori, fondato con le comunità di immigrati a Milano. Operaio e sindacalista. Tra gli anni '60 e '70 formatore in Ciad. Studi di filosofia in Italia e di teologia in Francia.
Onorificenze: Commendatore, Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 Dicembre 2022).
(Gli articoli di questo blog esprimono sia posizioni personali che collettive istituzionali i cui testi ho scritto o ho contribuito a scrivere. Possono essere liberamente ripresi)